Firenze, 20 settembre 2024. A inizio settembre, mese dedicato all’Alzheimer, Nomos ha lanciato una campagna di check up cognitivi gratuiti in diverse città della Toscana. L’iniziativa, che si proponeva di offrire uno screening preventivo per individui sani, ha riscosso un successo senza precedenti, con centralini presi d’assalto e oltre 280 persone in lista d’attesa.

“La nostra idea – spiega Gaia Guidotti, vicepresidente di Nomos – era ed è offrire check up gratuiti per persone sane con l’obiettivo di sensibilizzare la popolazione sulla prevenzione dell’Alzheimer. Sinceramente non ci aspettavamo un numero di richieste così alto: abbiamo aperto un calendario con circa 100 posti disponibili, che si sono esauriti in una mattina, e in poche altre ore siamo arrivati a 250 richieste aggiuntive”.

“Stiamo continuando a ricevere chiamate ogni giorno – continua la vicepresidente di Nomos – con persone che chiedono di poter fare il check up. Stiamo cercando di organizzarci per riuscire a dare una risposta concreta a tutti. Questo boom di richieste dimostra quanto l’attenzione per la prevenzione e la diagnosi precoce stia crescendo anche su temi così delicati come l’Alzheimer e le malattie neurodegenerative in genere”.

“Le malattie legate alla memoria, come l’Alzheimer, portano con sé un forte stigma – dice Guidotti – e molte persone tendono a evitare controlli per paura di ciò che potrebbero scoprire. Con questa campagna stiamo invece vedendo che in molti hanno superato questo tabù, forse anche per esperienze personali o casi di demenza in famiglia. Le persone ci stanno chiamando non solo per curiosità, ma perché vogliono prendersi cura del loro futuro cognitivo”.

“La diagnosi precoce – spiega Guidotti – è una delle armi più efficaci nella lotta contro l’Alzheimer e altre malattie neurodegenerative. Anche se non ci sono cure definitive, una diagnosi precoce permette una presa in carico anticipata, e ciò può rallentare significativamente il decorso della malattia grazie a terapie farmacologiche e non. Se i farmaci vengono somministrati quando la malattia è in fase iniziale, possono rallentare l’avanzamento della patologia, mentre se si interviene in fasi troppo avanzate, non sono più efficaci”.

In aggiunta alle terapie farmacologiche, Nomos promuove l’uso di terapie non farmacologiche, come il “brain training” e altre attività di stimolazione cognitiva. “Il cervello è come un muscolo – continua la Guidotti – e deve essere allenato. Intervenire con esercizi mirati permette di mantenere attiva la mente, rallentando l’avanzamento della malattia. Questi allenamenti vanno però seguiti da personale specializzato, per essere davvero efficaci”.

Nomos non è nuova a questo tipo di iniziative. Già due anni fa, in collaborazione con Confartigianato e Auser, aveva lanciato dei check up cognitivi nel Grossetano, ottenendo una buona partecipazione. Anche durante l’Alzheimer Fest a Firenze dello scorso anno, i check up offerti avevano ricevuto una risposta positiva, ma non paragonabile all’ondata di richieste di quest’anno.


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